Il possibile uso di palloni cinesi contro i satelliti americani.

Quando, lo scorso febbraio 2023, un misterioso pallone aerostatico cinese è entrato nei cieli del Montana, il governo degli Stati Uniti non ha lanciato alcun allarme. Il Pentagono si sarebbe limitato a monitorare gli spostamenti dell’ospite indesiderato, senza rendere pubblica la vicenda e, soprattutto, senza prendere provvedimenti immediati. Il caso, al contrario, è esploso soltanto perché un passeggero di un volo commerciale si era accorto di uno strano oggetto volante. Da quel momento in poi, le immagini e i filmati sono rimbalzati da un social all’altro, costringendo le autorità competenti ad intervenire. Il pallone cinese, ha dichiarato il portavoce del Pentagono, Pat Ryder, era in realtà monitorato passo dopo passo, mentre il governo stava agendo per proteggersi dall’eventuale raccolta di informazioni sensibili. Parole teoricamente rassicuranti, pensando ai possibili siti militari attraversati o lambiti dalla potenziale minaccia. Come, ad esempio, la Malmstrom Air Force Base, nel Montana – dove si trova uno dei tre campi di missili nucleari statunitensi – la Minot Air Force Base, nel North Dakota, e la Warren Air Force Base, nel Wyoming. La Cina, dal canto suo, ha spiegato che quel pallone, utilizzato per rilevazioni meteorologiche, apparteneva ad una società privata, e che era finito accidentalmente sul territorio statunitense. Per l’intelligence Usa, al contrario, il misterioso dirigibile sarebbe stato inviato appositamente da Pechino per raccogliere informazioni riservate. Per la cronaca, dopo cinque giorni di volo sul territorio statunitense, il pallone è stato abbattuto al largo delle coste della Carolina del Sud. Dopo mesi dall’accaduto, sono emersi nuovi dettagli che potrebbero fornire una differente chiave di lettura all’intera vicenda. L’oggetto volante apparso nello spazio aereo degli Stati Uniti potrebbe infatti non essere stato pensato per spiare, o almeno non soltanto per effettuare quel compito. Considerando il programma di dirigibili che sta portando avanti la Cina, e le operazioni in fase di svolgimento in alcune basi del Paese, è possibile che Pechino sia all’opera per sviluppare un laser in grado di abbagliare brevemente o accecare permanentemente i sensori utilizzati dai satelliti nemici. Da potenziare mediante l’utilizzo di palloni e dirigibili o, addirittura, da montare su uno di quei mezzi.

Armi laser e dirigibili.
L’ipotetico collegamento tra armi laser e dirigibili rischia di rappresentare una seria minaccia per Washington. E per almeno due ragioni. Innanzitutto, palloni aerostatici e dirigibili potrebbero essere appositamente portati ad un’altitudine specifica, per poi essere mirati con i laser per aiutare i ricercatori cinesi a capire come il raggio attraversa l’atmosfera. C’è poi una seconda tesi, molto più aleatoria: le suddette armi laser potrebbero essere montate sui citati oggetti volanti ed essere impiegate per abbagliare o accecare i satelliti nemici. Mentre con il primo termine si intende inondare un satellite con così tanta luce da impedirgli, per un lasso di tempo limitato, di individuare qualsiasi cosa stia cercando di vedere, con il secondo indichiamo il danneggiamento del sistema di imaging in maniera permanente. A quale fine accecare o abbagliare un satellite? Nel caso in cui un governo volesse sferrare un attacco contro un rivale, potrebbe pensare di farlo utilizzando missili balistici o persino testate nucleari. Il punto è che il Paese offeso, grazie ai suoi satelliti e ad una adeguata rete difensiva, riuscirebbe molto probabilmente a prevenire la minaccia prima che questa si concretizzasse (tanto più se parliamo degli Stati Uniti). Senza però poter contare sugli occhi dei satelliti, lo Stato bersaglio si ritroverebbe in una sorta di black out, incapace di prevenire eventuali minacce, siano esse rappresentate da missili o dall’accumulo di militari rivali lungo i suoi confini. Detto altrimenti, una volta diradate le tenebre, e resosi conto di un attacco nemico imminente, per la nazione sotto attacco sarebbe ormai troppo tardi. Non è un caso che Washington abbia iniziato ad investire nei cosiddetti satelliti di allerta precoce, che impiegano sensori per captare le firme termiche ad infrarossi provenienti da missili balistici e ipersonici. Più in generale, senza poter contare sui satelliti le forze militari di un dato Paese non sanno dove posizionare i loro mezzi e uomini, né riescono a capire dove potrebbero colpire i suoi rivali. Ebbene, gli strani dirigibili cinesi potrebbero essere mezzi impiegabili da Pechino, a fronte di uno scenario catastrofico, per adempiere, più o meno direttamente, proprio questo scopo: mettere fuori uso i satelliti statunitensi e colpire Washington.

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Obiettivo: i satelliti nemici.
Come ha sottolineato Quartz, nella provincia cinese dello Xinjiang sembrerebbe esserci un sito, presumibilmente gestito dall’esercito, incaricato di ospitare centri di ricerca e sviluppo per armi laser in grado di attaccare i satelliti statunitensi, nonché strutture di prova per missili balistici, ricerca sugli impulsi elettromagnetici e palloni. Si tratta del sito di Korla, nome proveniente da una città vicina, o Bohu, la denominazione di un lago limitrofo. Utilizzando i dati della società di dati satellitari BlackSky, gli analisti hanno confermato che qui la Cina sta mettendo in campo veicoli più leggeri dell’aria. Alcune immagini satellitari hanno svelato un veicolo lungo circa 32 metri, accanto ad un enorme hangar lungo più di 260 metri e largo 140 metri; non dovrebbe essere lo stesso oggetto volante avvistato e abbattuto negli Stati Uniti qualche mese fa, ma potrebbe avere funzioni analoghe. L’analista Sean O’Connor ritiene che la Cina stia sviluppando proprio lì laser anti-satellite. Dello stesso avviso sono Jeffrey Lewis ed Eli Hayes del Middlebury Institute for International Affairs. I ricercatori ritengono che il team della struttura di Bohu stia ottimizzando un laser montato su un veicolo che potrebbe abbagliare brevemente o accecare permanentemente i sensori utilizzati dai satelliti nemici. I laser potrebbero danneggiare i satelliti di telerilevamento che raccolgono immagini della Terra – e già questo sarebbe un danno rilevante – e, come detto, pure quelli che dovrebbero fornire preavvisi di lanci di missili contro gli Stati Uniti o i suoi alleati, ma potrebbero anche semplicemente misurare con precisione la posizione dei satelliti, migliorando così la consapevolezza orbitale della Cina. In ogni caso, un anno fa il Pentagono ha rilasciato una valutazione dell’intelligence riguardante l’esercito cinese secondo cui le forze armate di Pechino controllerebbero “più armi laser terrestri di vari livelli di potenza per interrompere, degradare o danneggiare i satelliti che includono l’attuale capacità limitata di impiegare sistemi laser contro i sensori satellitari”. Se così fosse, i dirigibili cinesi potrebbero effettivamente rientrare in un piano molto più grande, ideato per mettere fuori gioco i satelliti rivali mediante l’uso di armi laser.

Fonte: https://it.insideover.com/difesa/strutture-segrete-e-armi-laser-il-possibile-vero-utilizzo-dei-palloni-spia-cinesi.html

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