I nuovi giganteschi dirigibili militari cinesi.

Il misterioso pallone aerostatico transitato nei cieli degli Stati Uniti, e poi abbattuto al largo della costa della Carolina del Sud, lo scorso gennaio. Gli altri strani palloni rilevati, in periodi e luoghi differenti, dalle autorità statunitensi e dai partner di Washington. Infine un dirigibile, lungo circa 100 metri, avvistato in una base remota nel deserto della Cina nord-occidentale. Tutto questo potrebbe essere collegato e far parte di un particolare programma di dirigibili, sviluppato da Pechino, non solo per effettuare svariate attività di spionaggio oltre i confini nazionali. L’ipotesi è stata sollevata sulla Cnn da Eli Hayes, un ricercatore che ha notato un aspetto rilevante: l’ultimo velivolo rilevato, immortalato da alcune immagini scattate nel novembre 2022 dalla società statunitense di immagini satellitari BlackSky, si trovava in un presunto complesso gestito dall’Esercito Popolare di Liberazione (Pla), ovvero dall’esercito cinese. Ebbene, tutto questo potrebbe segnare un notevole passo in avanti della Cina nella tecnologia e nella ricerca sui dirigibili, presumibilmente non più soltanto mezzi civili, impiegabili per fini scientifici e meteorologici, ma sempre più jolly da usare in campo militare. Le richiamate immagini, da poco rese pubbliche, raffigurano un maxi dirigibile, già denominato “sottomarino dei cieli” – con possibili capacità di propulsione e navigazione dedicate, che gli permetterebbero di indugiare su un’area per un lungo periodo – una pista, un punto di rotazione utilizzato per lanciare i dirigibili, nonché un enorme hangar, di quasi 900 piedi, per ospitare ulteriori dirigibili. Hayes ha quindi evidenziato alcune ipotesi: 1) i dirigibili e le realizzazioni cinesi del recente passato sarebbero stati costruiti da soggetti, come università e istituti di ricerca, legati, più o meno direttamente, all’EPL; 2) il programma dei dirigibili si inserirebbe nella struttura organizzativa complessiva dell’esercito cinese; e 3) a gestire il tutto troviamo un nuovo gruppo operativo delle forze armate, l’Unità 63660, alla quale sarebbe stato recentemente riassegnato un certo numero di brevetti riguardanti proprio le tecnologie alla base del funzionamento dei dirigibili.

I brevetti, l’hangar e l’unità dei dirigibili.
Al momento, non sappiamo in quale struttura organizzativa dell’esercito sia stato inserito il programma dei dirigibili. I brevetti lasciano però presupporre che la Cina abbia creato una unità apposita, denominata Unità 63660, incaricata di supervisionare le tecnologie di questi velivoli, potenzialmente impiegabili come mezzi di spionaggio (e non solo) tanto economici quanto efficienti. La suddetta unità, in effetti, detiene una serie di brevetti relativi, sia alla tecnologia che allo stoccaggio degli stessi dirigibili, da poco riassegnati da una precedente unità della quale non si conosce il nome. Le informazioni disponibili sono pochissime, ma è possibile incrociare un paio di dati. Innanzitutto, la costruzione dell’enorme hangar rilevato nel nord ovest della Cina risalirebbe al 2013. Per anni nessuna attività avrebbe contraddistinto il sito, che però adesso sembrerebbe esser diventato rilevante per la concretizzazione del programma sui dirigibili. Da altre immagini satellitari, infatti, si evince che la sua costruzione, che include scavi sotterranei e getti di fondamenta, starebbe continuando. Dopo di che, sebbene la Cina non sia la sola nazione ad utilizzare i dirigibili – l’esercito americano ha utilizzato gli aerostati, ad esempio – questa scoperta confermerebbe come il programma del Pla utilizzi tutti e tre i tipi di dirigibili: i semplici dirigibili, gli aerostati e i “palloni volanti”.

La Cina e il programma dei dirigibili.
Arriviamo così al programma dei dirigibili che starebbe portando avanti la Cina. I ricercatori ritengono che il team operante nella struttura rivelata dalle immagini di BlackSky stia sviluppando un laser montato su un veicolo che potrebbe abbagliare brevemente o accecare permanentemente i sensori utilizzati dai satelliti nemici. Qualsiasi satellite di telerilevamento che raccolga immagini della Terra potrebbe essere degradato da un’arma del genere, ha sottolineato il sito Quartz, ma l’esercito americano farebbe bene a preoccuparsi più per ciò che potrebbe succedere ai satelliti incaricati di fornire preavvisi di lanci di missili contro gli Stati Uniti o i suoi alleati. Non è un caso che, un anno fa, il Pentagono abbia rilasciato una valutazione dell’intelligence riguardante l’esercito cinese secondo cui le forze armate di Pechino controllerebbero “più armi laser terrestri di vari livelli di potenza per interrompere, degradare o danneggiare i satelliti che includono un’attuale capacità limitata di impiegare sistemi laser contro i sensori satellitari”. Se così fosse, i dirigibili cinesi non sarebbero stati pensati necessariamente per perpetuare operazioni di spionaggio (o almeno non solo quelle), quanto, piuttosto, per abbagliare i satelliti rivali mediante l’uso di armi laser. Come anticipato da InsideOver, Pechino intende conquistare il cosiddetto Near Space, lo spazio vicino, e cioè la fascia dell’atmosfera compresa tra i 12 e i 62 miglia sopra la Terra, i vasti cieli posizionati al di sopra delle rotte delle compagnie aeree commerciali, ma sotto i satelliti in orbita. Gli strateghi cinesi considerano quest’area un’arena di crescente rivalità tra grandi potenze, dove la Cina è chiamata al più presto a padroneggiare i nuovi materiali e le tecnologie necessarie per stabilire in loco una solida presenza. Lo spazio vicino, insomma, offre una valida e utile alternativa sia ai satelliti che agli aerei di sorveglianza, i quali possono diventare vulnerabili al rilevamento e agli attacchi nemici. Secondo un report del 2018 della Rand Corporation sulla strategia di guerra moderna cinese, i dirigibili sono particolarmente attraenti perché sono “meno costosi e forniscono informazioni più precise” rispetto ai satelliti, oltre ad essere “meno suscettibili alla distruzione” rispetto agli aerei. Certo, considerando le rivelazioni più recenti, e riguardo all’hangar, gli esperti si sono fatti molte domande. Cosa c’è al suo interno? C’è, per caso, un enorme dirigibile, ancora più grande di quello rilevato? A sud della struttura è appena stata costruita una nuova pista: serve per far atterrare droni o testare sistemi laser anti drone? E a cosa serve una torre situata nei pressi di apparecchiature associate alla ricerca sugli impulsi elettromagnetici: serve per calibrare segnali radar? Tutte queste domande, al momento, sono destinate a restare senza risposta.

Fonte: https://it.insideover.com/difesa/dirigibili-militari-cosi-cina-inserisce-guerra-spazio-vicino.html

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