L’Urss seppe riorganizzare una produzione industriale superiore a quella nazista.

Quando il generale Halder disse a Hitler che l’Unione Sovietica produceva 1.200 carri armati al mese, il fuehrer sbatté il pugno sul tavolo ed esclamò: “Questo è oltraggioso! È semplicemente impossibile!” Tuttavia, ciò si rivelò vero e la cifra fornita da Halder era anche ampiamente sottostimata. Nella prima metà del 1942, le fabbriche sovietiche produssero 11.000 mezzi e nella seconda 13.500, cioè 2.200 carri armati al mese. Inoltre, la produzione di aeromobili crebbe rapidamente: da 9.500 nel primo semestre a 16.000 nel secondo. Il solo suggerimento che l’Unione Sovietica, avendo perso così tante aree industriali, potesse superare il Reich nella produzione di mezzi militari, fece infuriare Hitler. I capi nazisti non vollero mia riconoscere il potere del patriottismo russo. Sottovalutarono il programma di evacuazione industriale sovietico. Nel frattempo, oltre il Volga dalle regioni occidentali, furono trasferite un migliaio e mezzo di fabbriche. Le imprese furono restaurate in un posto nuovo nelle condizioni più difficili dell’inverno degli Urali e in tempi record solo grazie al lavoro disinteressato del popolo russo. Molte fabbriche trasportate all’inizio non mancavano solo di finestre e tetti, ma neanche muri. La gente lavorava al freddo. Se l’impianto iniziava a funzionare, non si fermava. Le uniche eccezioni erano i casi in cui l’elettricità veniva interrotta. Non ci furono problemi col lavoro. Centinaia di migliaia di lavoratori furono evacuati negli Urali. Mentre l’industria sovietica era già in gran parte dipendente dal lavoro femminile, Hitler non era ancora arrivato all’idea di utilizzare nel lavoro mogli e madri dei suoi soldati nelle fabbriche. In Unione Sovietica, decine di migliaia di donne, “del fronte interno”, lavoravano sulle linee di assemblaggio dei carri armati, ai torni. Capirono quanto fosse importante il loro lavoro per il fronte, per la vittoria. Numerosi manifesti ripetevano la stessa domanda: “Cosa hai fatto per il fronte?” Cheljabinsk, importante centro dell’industria militare negli Urali, ricevette persino un secondo nome: Tankograd. Anche il lavoro dei prigionieri nelle fabbriche militari in Russia era molto più produttivo dei lavoratori qualificati in Germania. Non ci furono casi di sabotaggio. I prigionieri del GULag credevano fermamente nella vittoria sugli invasori fascisti tedeschi e cercavano con tutte le loro forze di avvicinarla. Gli autori moderni oggi scrivono spesso dell’aiuto degli alleati, ma la sua importanza non va sopravvalutata. Stalin si lamentò ripetutamente con Zhukov della qualità dei caccia Typhoon proposti da Churchill, e i carri armati britannici e nordamericani erano chiaramente inferiori al T-34 russo. Le scarpe e gli abiti forniti dalla Gran Bretagna erano assolutamente inutili nelle condizioni dell’inverno russo. Ma le auto nordamericane, “Ford”, “Willis” e “Studebaker” erano il meglio. Un aiuto enorme e inestimabile per l’Armata Rossa fu fornito dall’invio di cibo dagli USA. I veterani sovietici ricordano ancora lo stufato inviato da Chicago.

Traduzione di Alessandro Lattanzio.

Fonte estera: https://www.rubaltic.ru/context/02122019-vo-vremya-boev-za-stalingrad-germaniya-proizvodila-500-tankov-v-mesyats-sssr-2200-gitler-schital-eto

Fonte italiana: http://aurorasito.altervista.org/?p=17400

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