La Cina è la nuova potenza spaziale in ascesa.

Rover su Marte, stazione spaziale, stazione lunare… La Cina emerge come l’unico concorrente credibile dei nordamericani. Con un’ambizione senza confini. In un diluvio di fuoco e polvere, il vettore Long March-2F si stacca dalla rampa di lancio della base spaziale di Jiuqan, nel deserto del Gobi. Il 17 giugno, la capsula con equipaggio Shenzhou-12 (“vascello divino”), sul vettore, porterà tre taikonauti, cosmonauti cinesi, nel primo modulo della stazione spaziale in costruzione, Tiangong 3 (“Palazzo celeste”). Poche ore di viaggio a 28000 chilometri all’ora, la Cina può gioire: la capsula si agganciava senza problemi al modulo Tianhe. Durante la missione per tre mesi a 390 chilometri di quota, i tre astronauti dovranno preparare le fasi successive della costruzione della stazione. Un meccano a marcia forzata: otto nuovi lanci, di cui quattro con equipaggio, sono previsti entro la fine del 2022, data annunciata per il completamento della stazione. Tiangong metterà in ombra la Stazione Spaziale Internazionale (ISS)? A prima vista, no. Il “palazzo celeste”, all’incirca delle dimensioni della stazione russa Mir, sarà tre volte più piccolo dell’ISS, un gigantesco progetto da 150 miliardi di dollari. Ma potrà benissimo sopravvivere al concorrente. “Ci sono enormi dibattiti sulla prosecuzione del finanziamento dell’ISSa parte della Russia, ed anche degli Stati Uniti”, sottolinea Xavier Pasco, direttore della Fondazione per la ricerca strategica, specialista nello spazio. Se non si raggiunge un accordo, la stazione cinese potrà essere l’unica dal 2030. ”Pechino si è già dichiarata aperta alla cooperazione internazionale, con astronauti stranieri che soggiornino presso la stazione.”

Prestazioni in serie.
Con la costruzione prevista in soli due anni, Tiangong-3 è il simbolo perfetto dell’incredibile accelerazione della Cina nel settore spaziale. Nel gennaio 2019, la Cina invià con successo un rover, Chang’e 4, sul lato opposto della Luna, prima mondiale. Nel dicembre 2020, riportava campioni di suolo lunare sulla Terra, solo Stati Uniti e l’URSS l’avevano fatto finora. A maggio fece persino atterrare un robot su Marte, una performance a cui solo la NASA era riuscita, dove Russia ed Europa si erano rotte i denti. “I risultati parlano da soli: la Cina ha fatto progressi impressionanti in pochi anni, sia nei vettori che nell’esplorazione dello spazio e nel volo con equipaggio”, riassume Karl Bergquist, responsabile della cooperazione con la Cina presso l’Agenzia spaziale europea (ESA). Cosa minaccia la supremazia nordamericana? La domanda è posta. Naturalmente, il budget spaziale cinese stimato è ancora lontano da quello degli Stati Uniti. Secondo Euroconsult, Pechino ha speso 8,9 miliardi di dollari nel 2020, cinque volte meno dei 48 miliardi investiti da Washington. Ma queste cifre sono contestate da alcuni esperti. “Nessuno sa esattamente quanto spendono i cinesi, tranne forse la CIA”, stimava Pierre Lionnet, economista di Eurospace. Da guardare sono i risultati. La Cina è davanti agli Stati Uniti nel 2020 per tonnellate messe in orbita, 110, contro 90, e numero di lanci orbitali, 39 contro 36”. Certo, rimangono alcuni buchi. Europa e Stati Uniti sono ancora avanti su alcuni carichi satellitari e Pechino non ha ancora padroneggiato il riutilizzo dei lanciatori come lo SpaceX. Ma l’armata spaziale cinese, messa insieme pazientemente e silenziosamente negli ultimi vent’anni, è impressionante. Pechino ha una decina di vettori operativi, quattro siti di lancio nel Paese, quattro navi per l’osservazione spaziale dotate di antenne e sensori, un sistema di geolocalizzazione tramite una trentina di satelliti (Beidu), capsule abitate affidabili (Shenzhou). Per rispondere ai progetti nordamericani di SpaceX (Starlink) e Amazon (Kuiper), le autorità cinesi preparado due costellazioni di satelliti in orbita bassa dedicati alla connettività Internet (Hongyan e Hongyun). La Cina ha cambiato marcia anche sul fronte militare. Nel 2007 ha dimostrato la capacità di neutralizzare i satelliti nemici distruggendo, con un missile anti-satellite, uno dei suoi vecchi satelliti meteorologici a un’altitudine di 850 chilometri, generando migliaia di detriti. In circa quindici anni lanciò una quarantina di satelliti Yaogan, dedicati all’osservazione ottica, radar ed intercettazioni elettroniche. Secondo Eurospace, la massa totale di satelliti militari lanciati da Pechino è aumentata da 100 tonnellate nel decennio 2001-2010 a 260 tonnellate nel decennio 2011-2020. “La Cina non è più un outsider nel settore spaziale, ma un vero concorrente delle grandi potenze, come gli Stati Uniti”, sintetizzava Marc Julienne, responsabile delle attività cinesi di Ifri, in una nota dedicata agli obiettivi spaziali della Cina.

Attivismo internazionale.
Pechino non nasconde l’ambizione: affermarsi come unica alternativa alla superpotenza nordamericana. “Nello spazio, la Cina è in qualche modo l’equivalente dei russi durante la Guerra Fredda”, dice Pierre Lionnet. La differenza è che vanno due volte più veloci e hanno un livello incomparabilmente più alto di elettronica di bordo. Per consolidare lo status, Pechino ora vuole attrarre partner internazionali. Il Paese ha inferto un duro colpo nel 2015, firmando un accordo coll’ESA per inviare astronauti europei nella sua stazione. “Questo accordo non fu attuato perché troppo delicato dal punto di vista politico”, spiega uno vicino all’agenzia. “La NASA, che rimane il principale partner dell’Europa, lo disprezzò, soprattutto sotto Donald Trump”. Non scoraggiata la Cina, che ora flirta con le agenzie spaziali straniere per la sua futura stazione lunare, l’International Lunar Research Station (ILRS). La Russia ha già accettato di sostenere il progetto, che compete direttamente cogli accordi Artemis della NASA, la cooperazione internazionale sul ritorno degli astronauti nordamericani sulla Luna. La Francia fu invitata a giugno, attraverso l’agenzia russa Roscosmos, ad aderire al progetto ILRS. Cauto, il CNES preferiva evitare.

Fonte estera: https://histoireetsociete.com/2021/07/07/la-chine-une-nouvelle-puissance-en-orbite

Fonte italiana: http://aurorasito.altervista.org/?p=18552

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