Le visioni dei moribondi.

Sebbene le visioni sul letto di morte siano spesso menzionate nella letteratura e nella cultura popolare, non sono state mai riportate nella letteratura scientifica fino al 1920, quando furono studiate da Sir William Barrett, Professore di Fisica al Royal College of Science di Dublino. Egli iniziò ad interessarsi di questo argomento quando la moglie, chirurgo ostetrico, una sera, dopo esser tornata a casa gli raccontò di una donna che quel giorno era morta in ospedale a causa di un’emorragia dopo avere dato alla luce il suo bambino. Poco prima di morire la donna, Doris, si mise a sedere e apparve molto eccitata per il fatto di avere visto un paesaggio meraviglioso e disse che suo padre era venuto ad accompagnarla per andare dall’altro lato.

Ciò che risultò più sbalorditivo per i Barrett fu che la donna era rimasta sorpresa nel vedere la sorella Vida insieme al padre, poiché era morta tre settimane prima. Tuttavia, dal momento che Doris era stata molto male, la morte della sua amata sorella le era stata tenuta nascosta. Il suo libro, pubblicato nel 1926, fu intitolato Deathbed Visions (Visioni sul letto di morte). In esso Barrett fa notare che molte volte, al momento della morte, la gente vede vicino al proprio letto un amico o un parente che crede essere vivente. In tutti i casi, a seguito di verifiche, la persona vista era morta prima di loro senza che essi ne fossero a conoscenza. I moribondi affermavano che questi visitatori erano venuti per portarli via. Fece anche notare, che alla maggioranza dei pazienti oggetto dello studio non erano stati somministrati farmaci in grado di provocare allucinazioni. Il Dott. Melvin Morse si lamentò del fatto che, allora come oggi, i pazienti che hanno visioni di questo genere vengono trattati con narcotici o con Valium per combattere “l’ansia” ed entrambi i tipi di medicinali cancellano la memoria a breve termine impedendo ai pazienti di ricordare le visioni che potrebbero avere avuto. Morse afferma anche che, sovente, alle persone che muoiono in ospedale vengono somministrate forti dosi di sedativi. I dottori considerano le visioni un problema, da risolvere con le medicine. Nel suo “libro Più Vicini alla Luce – Le commoventi Testimonianze di Bambini che hanno conosciuto l’Aldilà” (Closer to the Light — Learning from the NearDeath Experiences of Children), Morse esprime l’opinione che tali visioni possono, invece, essere di conforto e avere un effetto salutare sia sul paziente moribondo, sia sui suoi familiari. Sostiene che i familiari che vengono a conoscenza di queste visioni passano più tempo accanto al letto della persona morente. Questo fattore allevia di molto il senso di colpa che essi possono provare dopo la morte del congiunto. Inoltre, le visioni spirituali scacciano dal paziente la paura della morte e sono di enorme conforto per i suoi familiari. Se si presta loro la dovuta attenzione, possono ridurre notevolmente l’accanimento terapeutico, spesso doloroso per il paziente. Il Dott. Morse riferisce di diversi casi di bambini moribondi che hanno iniziato ad avere visioni dell’Aldilà durante i loro ultimi giorni di vita. Descrivevano colori splendidi, posti bellissimi e familiari defunti di cui a volte non sapevano neppure l’esistenza. Negli archivi della British Society for Psychical Research (Società Britannica per la Ricerca sul Paranormale) ci sono molti casi in cui la visita dell’apparizione è stata testimoniata da altre persone (a volte da più persone simultaneamente) che si trovavano accanto al letto del piccolo moribondo. In un caso ben documentato un’apparizione venne vista dalla moribonda, Harriet Pearson, e da tre familiari che si stavano prendendo cura di lei. In un altro caso riguardante un ragazzino moribondo, due testimoni, separatamente, videro accanto al letto del bambino la madre morta di recente. Le visioni sul letto di morte confermano e rafforzano le altre prove sull’esistenza dell’Aldilà. Carla Wills-Brandon, Medico Psicologo, ha cominciato a interessarsi delle visioni sul letto di morte quando suo figlio ne ebbe una all’età di tre anni. Venne visitato da una creatura ultraterrena che gli confidò di essere venuta lì per portare via il nonno e lo rassicurò, dicendogli che suo nonno sarebbe stato bene. Nel suo libro One Last Hug Before I Go: The Mystery and Meaning of Death Bed Visions (Un ultimo abbraccio prima di andare via: Il mistero e il significato delle visioni sul letto di morte), la Wills-Brandon è arrivata alla conclusione che, sebbene le visioni sul letto di morte ci siano sempre state, la scienza non è in grado di spiegarle. Conclude, dicendoci che queste esperienze prefigurano un’esistenza dopo la morte e che da esse abbiamo molto da imparare.

Fonte: https://francocacciapuoti.blogspot.com/2016/09/le-visioni-dei-moribondi.html

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