Un microorganismo vecchio di 24.000 anni è stato riportato in vita.

Il rotifero del genere Adineta può sopravvivere per decine di migliaia di anni nel ghiaccio del permafrost e può risvegliarsi continuando la propria vita e continuando a riprodursi, una scoperta che forse ridefinisce il concetto stesso di vita.

I Bdelloidea sono una classe di microorganismi rotiferi che di solito vivono in acqua dolce e che sono diffusi in tutto il mondo. Ne esistono più di 450 spese. Sono “asessuali”: si riproducono senza l’atto sessuale e il genere maschile non è stato mai osservato. Le femmine, infatti, si riproducono tramite partenogenesi, una riproduzione in cui gli embrioni si sviluppano senza alcun tipo di fecondazione. Nonostante ciò, per molti milioni di anni si sono diversificati in centinaia di specie. Inoltre sono noti perché sono organismi molto resistenti capaci di sopravvivere in condizioni estreme tra cui condizioni molto secche o fredde oppure senza ossigeno e spesso senza neanche cibo. Secondo un nuovo comunicato di Cell Press, relativo ad un nuovo studio apparso su Current Biology, questi microrganismi multicellulari possono resistere per 24.000 anni nel per permafrost siberiano per poi “risvegliarsi” e riprodursi. Con una scoperta del genere, dunque, ci troveremo di fronte ad una delle forme di vita più longeve in assoluto se si considera la criptobiosi, un particolare stato in cui diverse specie animali, in particolare microrganismi, possono praticamente fermare il proprio metabolismo, ancora come forma di “vita” e non una mera sospensione della stessa. I ricercatori hanno usato piattaforme di perforazione per scavare nell’antico permafrost siberiano e per raccogliere diversi campioni. Con questo metodo hanno già scoperto in passato un verme nematode di 30.000 anni fa rigenerato poi in laboratorio dopo migliaia di anni passati intrappolato nel ghiaccio. Ora è il turno dei rotiferi: anche questi organismi mostrano di poter entrare nella fase di criptobiosi e di poter dunque sopravvivere per decine di migliaia di anni in stato “dormiente”. Già qualche esperimento in passato aveva dimostrato che questi stessi organismi possono sopravvivere fino ad una decina di anni in stato di animazione sospesa ma in questo caso si parla di 24.000 anni, un numero di anni calcolato tramite datazione al radiocarbonio. I ricercatori, infatti, hanno prelevato i rotiferi, nello specifico quelli del genere Adineta, li hanno scongelati in laboratorio e li hanno fatti letteralmente risvegliare: i microrganismi erano capaci di riprodursi tramite partenogenesi, come se fossero passati solo pochi giorni. I ricercatori credono che possano contare su di un particolare meccanismo che protegge le loro cellule e i loro organi nonché i tessuti dai danni che le temperature molto basse apportano normalmente agli esseri viventi. Gli stessi ricercatori, come spiega Malavin Stas Malavin, scienziato del Laboratorio di criologia del suolo presso l’Istituto di problemi fisici e biologici di scienza del suolo di Pushchino, Russia, ritengono, in ogni caso, che questo sia possibile, forse, solo per organismi relativamente semplici come i rotiferi. Più l’organismo è complesso, infatti, più risulta difficile conservarsi praticamente congelati e sopravvivere per un tempo indefinito. Per i mammiferi, per fare un esempio, una cosa del genere non sarebbe possibile data l’enorme complessità anatomica e metabolica. Questo non significa che studiare più approfonditamente questi microrganismi e le modalità che usano per sopravvivere per migliaia di anni congelati sotto il permafrost non possa portare a scoperte che possano essere utili anche per i mammiferi e per gli esseri umani. Qualche intuizione potrebbe spuntare fuori e si potrebbero ottenere avanzamenti, per esempio, nel campo della crioconservazione delle cellule, dei tessuti o degli organi.

Fonte ed altri link: https://notiziescientifiche.it/prelevano-microorganismo-di-24-000-anni-dal-permafrost-e-lo-risvegliano-in-laboratorio


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