La scomparsa dell’aereo di Felix Moncla.

La sera del 23 novembre 1953, gli operatori radar dell’Air Defense Command Ground Intercept, di Sault St. Marie, Michigan, diedero l’allarme poiché gli schermi radar mostrarono l’improvvisa comparsa di un oggetto non identificato che volava sopra Soo Locks. Un jet Scorpion F-89C decollò, per l’intercettazione, dalla base Kinross dell’Air Force. L’aereo era pilotato da Felix Moncla, mentre Robert L. Wilson fungeva da operatore radar. Le cose si misero subito male poiché Wilson ebbe dei problemi nel rintracciare il bersaglio sul radar dello Scorpion, quindi gli operatori del Ground fornirono le indicazioni al pilota per indirizzarlo verso l’intruso. Volando a 500 miglia all’ora, a circa 8000 piedi di altitudine, Moncla si dispose in rotta di avvicinamento e si diresse verso il suo destino. A terra gli operatori radar vedevano sui loro schermi sia l’oggetto non identificato, sia lo scorpion come due “blip” distinti, seppur in rapido avvicinamento. I due blip si fecero sempre più vicini, fino a quando non sembrarono fondersi in uno solo. Cosa vide il Ten. Moncla? Non ci è dato saperlo. Supponendo che l’aereo, in quel preciso momento, fosse molto vicino al suo bersaglio, il Ground Control contava sul fatto che dopo un po’, lo Scorpion e l’UFO sarebbero riapparsi come due blip separati. Invece, il singolo blip sparì dallo schermo radar, poi più nulla: erano scomparsi entrambi! Crebbe così il timore che fosse avvenuta una collisione e che i due velivoli si fossero distrutti a vicenda. Tutti i tentativi per contattare Moncla via radio purtroppo rimasero senza successo. Partì immediatamente un’operazione di ricerca e soccorso, ma non fu trovata traccia né dell’aereo né dei piloti.

Il rapporto ufficiale dell’incidente afferma che quando l’intruso fu rilevato sul radar, si ritenne che fosse un velivolo C-47 della Royal Canadian Air Force (serial No VC-912) che venne classificato come “non identificato” perché, stando al suo piano di volo, sarebbe stato fuori rotta di circa 30 miglia. Questa affermazione fu clamorosamente confutata dal pilota della RCAF, Gerald Fosberg quando, anni dopo, fu intervistato per il documentario di David Cherniack “The Moncla Memories” prodotto per la serie Enigma di Vision TV. L’USAF ha fornito una spiegazione alternativa al noto investigatore UFO, Donald Keyhoe che nel suo libro del 1955, The Flying Saucer Conspiracy, fornisce informazioni dettagliate sulle indagini e sulla scomparsa dell’F-89. Tutto – scrisse Keyhoe – iniziò la notte dell’incidente quando ricevette una telefonata che gli comunicava di un articolo apparso su Selfridge Field che riportava la notizia (peraltro errata) di un F-89 di “Kimross” che era stato colpito da un disco volante. Keyhoe chiamò, a sua volta il responsabile dei rapporti con la stampa, il tenente Robert C. White, il quale asserì che l’intruso non era un C-47, bensì un DC-3 canadese che aveva sconfinato nello spazio aereo degli Stati Uniti, all’estremità sud-est del Lago Superiore. Il rapporto ufficiale della Commissione d’inchiesta confermò, invece, che l’F-89 fu inviato per intercettare quello che si supponeva fosse un velivolo della RCAF, C-47 Skytrain, che stava viaggiando fuori rotta. Perché questa discordanza? Immagino che l’USAF, avendo appena perso un costosissimo jet militare insieme a tutto il suo equipaggio, doveva pur dare una spiegazione plausibile. L’F-89 stava volando ad un’altezza di 8000 piedi quando il suo segnale si fuse con quello dell’intruso. Contemporaneamente, anche il trasponder cessò di emettere il suo segnale IFF. Sebbene gli sforzi per contattare l’equipaggio, via radio, siano stati infruttuosi, il pilota di un altro F-89 inviato in missione di soccorso dichiarò, davanti alla Commissione, che aveva captato una breve trasmissione radio proveniente dal caccia, circa quaranta minuti dopo la sua scomparsa. Gli investigatori dell’aeronautica avanzarono anche l’ipotesi che Moncla potrebbe aver avuto delle vertigini e che in preda a questo disturbo avesse perso l’orientamento e fosse precipitato nel lago Superiore. In effetti c’è un nesso statistico tra la perdita di orientamento e la successiva morte di un pilota. Ma approfondendo le indagini si arrivò alla conclusione che fossero solo delle dicerie. Messe in giro da chi? Forse dalla stessa Aeronautica in un disperato tentativo di giustificare l’accaduto? Non c’erano prove che Moncla soffrisse di vertigini

Fonte: https://francocacciapuoti.blogspot.com/2018/07/lultima-volta-del-tenente-moncla.html

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