Guardando i cieli in Giappone: Mishima Yukio e altri appassionati di ufo.

Mishima Yukio era tra i famosi membri della Japan Flying Saucer Research Association, fondata da Arai Kinichi nel 1955 per ricercare e discutere di UFO. Nippon, 24 giugno 2020 .

Mishima e i dischi volanti.
“L’estate, la stagione dei dischi volanti, è quasi arrivata. La scorsa estate, ho portato il mio binocolo all’Atami Hotel e ho guardato il cielo ogni singola notte nella speranza di vedere i cosiddetti UFO che arrivavano sulla Terra. Eppure, alla fine, non fui abbastanza fortunato da assistere a un simile evento”. Questa è l’apertura di un saggio che l’autore Mishima Yukio scrisse nel 1957 per Uchuuki (Astronava), la pubblicazione ufficiale della Japan Flying Saucer Research Association (JFSA). Mishima, che desiderava vedere un’astronave aliena, entrò nell’organizzazione l’anno dopo che fu fondata nel 1955 da Arai Kinichi, pioniere degli UFO in Giappone. La JFSA aveva più di 1000 membri a un certo punto e Mishima non ne era l’unico volto famoso. Altri includevano gli scrittori Hoshi Shinichi, Ishihara Shintarou e Nitta Jirou; il pioniere della missilistica Itokawa Hideo; e il compositore Mayuzumi Toshirou. Nel giugno 1957, Mishima partecipò a una osservazione a Hibiya, Tokyo, e poi quell’estate cercò gli UFO durante un viaggio negli Stati Uniti. Arai scrisse in un articolo che Mishima era membro entusiasta dell’associazione e si presentava sempre agli eventi con un enorme telescopio. Mishima scrisse un articolo per la rivista Fujin Kurabu (Club delle donne) su un oggetto simile a un UFO a forma di sigaro che vide con sua moglie dal tetto di casa a Outa, Tokyo, il 23 maggio 1960. Nel suo romanzo Utsukushii Hoshi (Una Bella Stella), pubblicato due anni dopo, una famiglia di quattro persone che avvistano un disco volante scoprono di provenire da pianeti diversi: Marte, Giove, Mercurio e Venere. Si sforzano di costruire il movimento per la pace per salvare l’umanità dall’annientamento e dalla guerra nucleare, mentre affrontano un gruppo antagonista di alieni che cercano di spazzare via gli esseri umani. Questa opera insolito riflette il fascino di Mishima per gli UFO e gli alieni. Tuttavia, Mishima non si convinse mai di aver effettivamente visto un UFO. In un tributo nell’Asahi Shimbun al drammaturgo e compagno appassionato di dischi volanti Kitamura Komatsu, dopo la morte nel 1964, Mishima scrisse: “Anche se alla fine non sono riuscito a vedere un disco volante, mi è piaciuta la preziosa esperienza di pura amicizia”.

UFO per la pace.
Anche così, Mishima credeva che gli UFO esistessero. Arai, a capo della JFSA, era altrettanto certo che fossero reali, nonostante non li avesse visti di persona, e si adoperò costantemente per raccogliere informazioni su di essi. Arai nacque a Tokyo nel 1923 e operò coi radar aviotrasportati dell’aeronautica dell’esercito durante la Seconda guerra mondiale. Aveva un vecchio interesse per il meteo e l’osservazione astronomica, oltre che per gli aerei. Dopo un periodo, nel dopoguerra, al Ministero delle Finanze, gestì una libreria a Shinagawa, Tokyo, e leggeva molto dei suoi campi d’interesse. Si è imbattuto nella traduzione giapponese di Flying Saucers Have Landeddi di George Adamski, pubblicato nel 1954. Adamski affermò di essere salito a bordo di un disco volante giunto sulla Terra e di aver parlato cogli alieni di Venere. Il boom degli UFO iniziò alcuni anni prima coi resoconti dei media secondo cui l’imprenditore nordamericano Kenneth Arnold aveva avvistato nove oggetti luccicanti volare mentre viaggiava col suo aereo, il 24 giugno 1947. Arai ne fu immediatamente interessato, sebbene scettico che le affermazioni di Adamski potessero resistere a un esame scientifico. Poiché tali storie personali e testimonianze continuavano ad emergere, Arai pensò che dovesse esserci un luogo per discussioni serie sugli UFO, il che lo portò a fondare la JFSA. L’edizione inaugurale della sua pubblicazione ufficiale incluse il seguente passaggio. “Poiché il Giappone non ha ancora un organismo di ricerca serio sugli UFO, attualmente visti come il prodotto di sogni ad occhi aperti od allucinazioni. Eppure non può essere definito assurdamente non scientifico indagare se tali oggetti esistano nel nostro vasto universo. Poiché anche adesso noi, gli abitanti della Terra, pensiamo di viaggiare nel cosmo in un lontano futuro, il possesso di materiali di tutti i tipi sui rapporti sui dischi volanti in tutto il mondo e il dibattito sulla loro veridicità basati sulla scienza spaziale superlativa di oggi, sebbene siamo un’organizzazione amatoriale, é sicuramente la prima pagina significativa della storia dei viaggi spaziali”. L’obiettivo finale di Arai era la pace nel mondo e la protezione del futuro dell’umanità. Temeva che la guerra fredda tra i blocchi occidentale e orientale avrebbe portato a un altro conflitto globale. In un’intervista del 1978 alla rivista UFO to Uchuu (UFO e Spazio), osservò: “Se sapessimo per certo che ci sono UFO che guardano la Terra, come terza parte, non porterebbe alla fine immediata delle guerre?” Nel 1957, la JFSA segnò i due anni dalla fondazione con una dichiarazione congiunta di “pace universale” con altri gruppi di ricerca. Suonava da avvertimento su come la corsa agli armamenti nucleari minacciasse il futuro dell’umanità, mentre chiedeva il superamento delle differenze tra Stati e razze per prepararsi all’arrivo dei dischi volanti. Lo stesso anno arrivò un rapporto da dispacci stranieri secondo cui l’Unione Sovietica si preparava a lanciare un missile nucleare sulla Luna. La JFSA consegnò all’ambasciatore sovietico un documento che sollecitava l’annullamento del lancio. Il romanzo di Mishima Utsukushii Hoshi raffigura la stesura di una lettera che invitava il leader sovietico Nikita Khrushjov a fermare i test nucleari, che fu chiaramente influenzato dall’azione della JFSA.

Il centro UFO del Giappone.
Arai creò una biblioteca sugli UFO nell’edificio della sua azienda a Shinagawa, dove espose i materiali che aveva assemblato e li rese disponibili alla lettura. Poco prima della morte, nell’aprile 2002, donò la maggior parte dei materiali a un museo, l’UFO Fureaikan di Fukushima, nella omonima prefettura. Conosceva e si fidava di Kinoshita Tsugio, allora direttore del museo. Kinoshita ricordò: “Mentre era ancora vivo, Arai voleva che i materiali fossero adeguatamente organizzati e curati. Era un uomo di buon carattere e serio. Mi disse: ‘Non ho mai visto un UFO. Sei così fortunato ad averli assistiti diverse volte’.” L’UFO Fureaikan fu inaugurato nel 1992, finanziato da uno dei 100 milioni di yen concessi ai comuni del Giappone nel tentativo del governo di rivitalizzare le regioni. Si trova sulla collina Senganmori, nota per i numerosi avvistamenti di oggetti luminosi nei cieli. Kinoshita, ricercatore UFO locale, fu direttore del museo dal 1993 al 2010. Si dice che il Senganmori a forma di piramide abbia un forte campo magnetico e abbia rocce che ricordino una balena, un moai dell’isola di Pasqua e altre forme curiose. Questi la portarono ad essere vista come “punto di potere”. Kinoshita dice che ci sono molte testimonianze di UFO nel raggio di 30 – 40 chilometri intorno Senganmori e Fukushima. Dice di averli avvistati la prima volta nell’estate 1972, quando a 25 anni scalava il Minowayama, a ovest di Senganmori, con tre amici. “Eravamo a 10-15 minuti dalla vetta. Mentre facevo un passo avanti, improvvisamente guardai in cielo e vidi un oggetto a forma di elmo che galleggiava come se fosse inchiodato lì. Era di colore argento ossidato da moneta da uno yen e sembrava lungo circa 30 centimetri. Noi quattro rimanemmo sbalorditi per circa 30 secondi. Salinmo in fretta fino sulla vetta per vederla da un’altezza maggiore, ma quando rialzammo lo sguardo era svanito”. Kinoshita fu presto assorbito dalla ricerca sugli UFO. Dice che avvistò UFO almeno sei volte. Da quando si è ritirato dall”incarico di direttore del museo, ha posto un studio vicino casa sua, a breve distanza, in auto, dal Fureaikan. A volte i visitatori vengono e parlano di UFO o condividono le loro testimonianze. Mentre ci sono molti che non credono affatto, Kinoshita dice che è importante riconoscere gli UFO come potenziali porte per avanzare. “Non sappiamo se le persone vedano davvero degli UFO o no. Ma il semplice fatto di decidere che devono essersi sbagliati non consente di ampliarne l’interesse. Se dicono di aver avvistato un UFO, dobbiamo ascoltarli attentamente. Un avvistamento potrebbe ispirare la futura ricerca di qualcuno in astronomia o sistemi energetici. Queste sono le porte per espandere il nostro mondo. Ci sono scettici che si chiedono perché non hanno mai visto un UFO, ma le persone oggi guardano raramente il cielo. Se non lo guardate, non vedrete mai un UFO!”

Traduzione di Alessandro Lattanzio.

Fonte: http://aurorasito.altervista.org/?p=16570

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