Le pistole spaziali per i cosmonauti sovietici.

Gli ingegneri dell’Urss si impegnarono a costruire speciali armi per i viaggi spaziali. Ma contro chi dovevano sparare?

I produttori di armi russi nell’era sovietica hanno creato armi che non sfigurerebbero tra le mani di un protagonista di “Star Trek” o potrebbero essere l’arma preferita di James Bond.

Pistola spaziale TP-82.

La prima arma, denominata “TP-82”, è stata creata dalla società TsNIITochMash, ed era una pistola progettata specificamente per i cosmonauti. Sì, avete sentito bene: una pistola per cosmonauti.

La pistola avrebbe dovuto diventare parte integrante dell’equipaggiamento delle missioni spaziali sovietiche e uno strumento di difesa per i cosmonauti che, atterrando nelle terre selvagge della Siberia, avrebbero potuto fare incontri indesiderati.

Come affermato da un portavoce di TsNIITochMash, fu Aleksej Leonov (1934-2019), il primo cosmonauta ad aver effettuato una “passeggiata spaziale” (nel 1965), a richiedere un’arma del genere, visto che, al rientro sulla terra, i cosmonauti a volte dovevano aspettare giorni interi nelle foreste selvagge in attesa delle squadre di evacuazione, e in precedenza avevano persino dovuto vedersela con orsi e lupi.

Quindi, l’arma non era pensata per combattere gli alieni nello spazio aperto, ma come un semplice strumento per la sopravvivenza dopo l’atterraggio in un territorio ostile.

La pistola aveva tre canne: due a canna liscia e una per proiettili di AK-74 da 5,45 mm. E non è tutto! L’arma aveva anche un calcio, ma non uno tipico di legno, ma un vero machete nascosto in una sorta di “fodero” (per tagliare le corde e combattere all’arma bianca una volta esaurite le munizioni).

Una delle canne avrebbe dovuto sparare razzi, una seconda proiettili di fucile da 12 mm e la terza, come detto, proiettili da fucile d’assalto che potevano abbattere i nemici a 200 metri di distanza.

L’arma pesava fino a 1,6 kg e aveva una lunghezza di 670 mm.

Un paio di questi modelli sono andati davvero nello Spazio con i cosmonauti sovietici e russi, ma sono stati ritirati dal servizio negli anni Novanta, a causa delle nuove leggi che vietavano agli equipaggi spaziali di portare armi nello in orbita.

La pistola TOZ-81 “Mars”; oggi ne esiste un solo esemplare, custodito nell’ufficio tecnico della fabbrica di armi di Tula.

La pistola TOZ-81 “Mars”.

Un altro revolver spaziale realizzato per i cosmonauti russi è stato il TOZ-81 “Mars”, che è stato creato in una fabbrica di armi leggere a 180 km da Mosca, nella città di Tula. L’arma era una diretta rivale della TP-82. Tuttavia, non superò i controlli militari e uscì di scena.

“Il design del TOZ-81 era non comune e piuttosto complesso per i produttori di armi russi, che si vantavano di come le loro armi fossero le più affidabili e durevoli al mondo. I meccanismi del revolver erano troppo sensibili alla polvere, al ghiaccio e all’acqua, quindi non era proprio adatto a diventare un’arma per la sopravvivenza nelle terre selvagge della Siberia, dove gli astronauti rischiavano di atterrare”, afferma Vadim Kozulin dell’Accademia di Scienze militari.

Secondo la sua ricostruzione, il TOZ-81 era di calibro .410 e poteva essere caricato con cinque proiettili contemporaneamente. Il cilindro del revolver era posto proprio sopra l’impugnatura, mentre l’arma era creata per sparare dalla culatta inferiore. Questo è del tutto opposto al modo in cui vengono creati i classici meccanismi dei revolver, con il cilindro posizionato nella parte anteriore e la culatta superiore della pistola utilizzata per sparare.

Gli ingegneri progettarono la canna superiore per le munizioni 5,45×39 mm dell’AK. Il revolver aveva anche un coltello nella parte anteriore che era alloggiato sopra la canna.

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Fonte: https://it.rbth.com/scienza-e-tech/85063-le-pistole-spaziali-queste-non-per-un-film

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